RETE180 - LA VOCE DI CHI SENTE LE VOCI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

In occasione della Festa internazionale della Donna 8 marzo 2024 si è tenuto per MantovaMusica presso la chiesa Madonna della Vittoria in Mantova l’interessante concerto di Ettore Pagano, violoncello - Maximilian Kromer, pianoforte. Un insieme dal particolare fascino, una mescolanza timbrica romantica e scura che ha un'espressione straordinaria capace di trascinare la fantasia.

Il programma musicale era denso e intenso con Mario Castelnuovo-Tedesco Toccata op. 83 (1935) fiabesca e con arabeschi, Francis Poulenc (1899 - 1963) Sonata per violoncello pianoforte, sognante e commovente nel Ballabile. E poi la meravigliosa Sonata n. 2 in fa op. 99 per violoncello e pianoforte di Johannes Brahms (1833 - 1897) . Si distinguono per l’intenzione amorosa  l’Adagio affettuoso (tema pizzicato e lirico, nuovo tema intreccio) e l’Allegro appassionato. La Sonata n. 2 è la seconda ed ultima sonata per violoncello e pianoforte di Johannes Brahms.

Composta durante l'estate del 1886 sulle rive del lago di Thun, venne eseguita per la prima volta, a Vienna, il 24 novembre 1886, dal violoncellista Robert Hausmann (cui il brano era dedicato), col compositore al piano. Venne composta circa 24 anni dopo la sua Sonata n. 1 per violoncello e pianoforte op. 38, ed è contemporanea del suo terzo Trio per archi op. 101.

I brani presentavano effetti compositivi come il martellato e il pizzicato a sottolineare le parti più drammatiche. Fantastico il legato del violoncello ben affiatato al pianoforte nel legato espressivo con reminiscenze schumanniane. Castelnuovo-Tedesco rievoca il suo incontro (1913) decisivo con Ildebrando Pizzetti, che riesce ad offrire al giovane musicista, oltre ai segreti dell’armonia e del contrappunto, un’intimità domestica feconda di incontri: Bastianelli, Gui, Papini, Palazzeschi, Barilli, Frazzi e molti altri. 

Compositore cosmopolita ma radicato nella tradizione europea ed italiana: e quindi vocazione al canto, all’espressività, alla poesia ed autore del brano L’infinito sul capolavoro leopardiano. Poulenc esprime una limpidezza mozartiana, animata da una ricerca di essenzialità che si realizza sia nella leggiadria e nella originalità, sia nella malinconia e nell’introspezione. La sua prospettiva artistica è la sua personale rielaborazione dell’eredità musicale di Erik Satie (1866-1925), mentore ideale dei compositori del Gruppo dei Sei, di cui Poulenc fa parte (con Honegger, Milhaud, Tailleferre, Auric e Durey). 

Un unicum per la profondità e l’emozione risulta la composizione di Brahms. Costruisce una “variazione in sviluppo” (Schönberg) effetto agitato con tremolo, aspetti eroici. Il violoncello espande il tema iniziale e variato. Secondo tema innodico accordale. Terzo tema ostinato del pianoforte. Ultimo periodo assai elaborato complesso e sintetico, vi è unità tematica della sonata ed evoluzione formale. Il finale della Sonata è in stile ungherese. Drammaticità, modulazioni a largo raggio, estraniate. Applausi del numeroso pubblico e due bis le virtuosistiche Variazioni Paganini /Rossini e un brano sentimentale di Chajkovsky.

Barbara Baroni