RETE180 - LA VOCE DI CHI SENTE LE VOCI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
01 - R.E.M. - Imitation of Life
02 - R.E.M. - Bad Day
03 - R.E.M. - The Great Beyond
04 - R.E.M. - Man on The Moon
05 - R.E.M. - Losing My Religion
06 - R.E.M. - Shiny Happy People
07 - R.E.M. - Near Wild Heaven
08 - R,E,M. - Strange Currencies
09 - R.E.M. - Radio Song
10 - R.E.M. - Fall On Me
11 - R.E.M. - Bang and Blame
12 - R.E.M. - Crush With Eyliner

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OUT OF TIME

Out of Time” é il settimo album, in studio, della rock alternative band statunitense dei R.E.M. uscito, per la Warner Bros, il 12 marzo del 1991, prodotto da Scott Litt e dagli stessi R.E.M. Singoli tratti da questo album sono: Losing My Religion (19 febbraio), Shiny Happy People (6 maggio), Near Wild Heaven (5 agosto) e Radio Song (4 novembre), sempre nell’anno 1991.

"Radio Song" che vede la partecipazione vocale del rapper KRS-One, vuole commentare, con un messaggio, l’influenza pervasiva dei mass-media, sulla nostra vita. Anche l’importanza di essere, in qualche modo, consapevoli delle comunicazioni che riceviamo dai social-network (radio, televisione, ect.) cercando di attivare contenuti pronti a sfidarci a pensare, facendo delle critiche, e impegnarci in questa realtà mondiale che ci circonda. "Losing My Religion", brano famosissimo, sembra trasmettere una certa incapacità che un po’ tutti noi abbiamo visto che ci sentiamo come sopraffatti e sappiamo quanto possa esser difficile di trasmettere i sentimenti di solitudine, di confusione perché, interiormente, siamo impediti di contare su noi stessi, cercando di trovare la strada giusta in questa lotta, per stare al passo con le aspettative, le pressioni perché ci troviamo sull’orlo di un crollo spirituale ed emotivo chiaro e netto al quale nessuno, é pronto. “Low", desidera esplorare sulle tematiche indefinite dell’appagamento personale, quando si parla, celebrando quelle idee sull’amore che, un po’ tutti rifiutiamo mettendo in discussione l’enfasi indefinita di questo sentimento che, noi stessi, abbiamo scelto per abbracciare la bellezza della vita, cercando di goderla in pieno. Quindi, un indefinito basso sentimenti per abbracciare, con felicità, l’amore come idea che, tutti noi, portiamo interiormente. "Near Wild Heaven", esplora, la complessità delle relazioni, quelle che stanno concludendosi nonostante i sentimenti iniziali, la vicinanza, in amore, possa come svanire nel tempo ricordando che, quel qualcosa, é stato capace di portare, dentro di noi, gioia immensa. “Endgame”, pezzo strumentale che, in un’audiocassetta, chiude la parte A di questo album, la consacrazione, nel mondo discografico, dei R.E.M. “Shiny Happy People”, sembra fatta per un momento gioioso che ricorda, per quella persona anziana che, pedalando in bicicletta, azionava un qualcosa che faceva passare le immagini dello sfondo, un’altra canzone, famosa dei The Cure… Ma, i R.E.M. con pizzico ‘geniale’ dei The B-52s, mette, in chiaro, la felicità quella, cioé, che tutti noi proviamo in un momento di festa, in gioia, per celebrare, insieme a coloro che ti stanno accanto, una celebrazione prossima. “Belong”, mette in evidenza, in maniera chiara, l’importanza di poter trovare un qualcosa capace di unire, dentro di sé, abbracciando, un certo senso di comunità, di appartenenza, in tempi difficili, quando sempre che, il mondo, stia andando a ‘rotoli’, ma c’é ancora una speranza che, carichi di idee positive, possiamo vedere un futuro migliore di come vedi in questo istante. “Half A World Away”, parla della sensazione di solitudine, mista alla tristezza, a quella di sentirci schiacciati, perché hai l’impressione di non andare d’accordo con quello che, a livello mondiale, stà accadendo, dietro alle tue spalle, capace di metterti, in qualche modo, a k.o. emotivo. Una canzone che ti sprona a resistere, a metterti ‘in piedi’, perché, non sei da solo e, insieme a molte altre persone, sei pronto ad andare avanti combattendo quel senso di isolamento, disperazione facendoti capire che, non sei schiacciato ma pronto a rialzarti, per dire la tua al mondo intero. “Texarkana", un brano ‘rabbioso’, cantato da Mike Mills, che riguarda la ricerca di un significato possibile da dare nella tua esistenza mettendo, a fuoco, il timore di fartela scappare perché, la paura di perdere tempo, senza trovarla, un’ipotetica speranza di poter esser salvati, sembra sfuggirti dalle mani convinto, come sei, che non puoi andare avanti, da solo, ma che, invece, devi aspettare altre persone. L’unione fa la forza e, il desiderio di trovare qualcosa di significativo nella vita, la ritroverai insieme per vincere. “Country Feedback”, una chiara riflessione sulla natura inevitabile della vita, delle scelte personali che, come persona, sei costretto come a fare facendoti riflettere su quel che vuoi veramente dalla tua esistenza. “Me In Honey”, descrive la difficile realtà, in una relazione, prima che, questa, possa concludersi dandoti un senso di impotenza, vulnerabilità cercando di combattere quella disperazione di non veder tornare chi ami davvero… Ricorda un po’ la canzone, tratta da “Reckoning”, quella di “Rockville”, dove si implorava, alla persona amata, di non andarsene, ma, qua, questa, partita, ti lascia un senso di sconforto e ti chiedi come mai, questa cosa, sia potuta accadere alla tua persona, portandoti tristezza e una delusione interiore mai provata prima perché, in qualche modo, ti come esser stato escluso e ti chiedi una cosa. Perché proprio io….

(Paola Morandini, Rete 180)