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In occasione della mostra fotografica ricavata dalle immagini del libro di Antonella Pizzamiglio "Leros", Barbara Baroni ha intevistato l'autrice.

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Trascrizione dell'intervista

Barbara Baroni
Buongiorno a tutti, sono Barbara Baroni www.rete180.it , intervista ad Antonella Pizzamiglio, fotografa
oggi 10 febbraio Mantova Casa del Rigoletto, Buongiorno!


Antonella Pizzamiglio
Buongiorno a te.


Barbara Baroni
Che cosa significa per lei fotografare? Documentare la realtà storica fermando l'attimo fuggente?
Quale emozione nello scatto conquistato?

Antonella Pizzamiglio
Cosa significa fotografare? Fotografare per me è la vita, ovvero mi serve proprio per guardare con
realtà e cercare di fermarla. Quindi è la magia del vivere fotografare per me! Ho iniziato a 10 anni a
fotografare e chiesi a mio padre di portarmi a fotografare il terremoto del Friuli. Era il 1976 e quindi è
proprio la mia vita!

Barbara Baroni
Il suo impegno intenso, concreto nel sociale, oltre alla magia del cinema e del teatro, come è iniziato?
Quali avvenimenti speciali la portano a fare il reportage nel 1989? Com'era la situazione a Leros negli
anni 70 e 80?

Antonella Pizzamiglio
Allora, Franco Rotelli è di Casalmaggiore e quindi io sono di Casalmaggiore e siamo amici da una vita.
Mi prelevò e mi portò a Trieste per cercare di fare, attraverso la fotografia, un progetto terapeutico.
Quindi lavorare con le persone che avevano problemi, un po’ di disabilità in genere psichiatrici
piuttosto che altre disabilità, piuttosto che tossicodipendenze: attraverso la fotografia, cercare di
portare fuori questa gente fuori dalle mura, di portarli a far vivere la città, di portare ad avere un
incontro con la città e cercando anche di dargli un mestiere da portare avanti.

Barbara Baroni
Come è nato il viaggio a Leros dopo un periodo a Trieste? Per quali motivi il reportage non è stato
pubblicato per vent'anni (Leros, oggi vergogna dell'abbandono!) Come faceva ad entrare e fotografare
segretamente?

Antonella Pizzamiglio
È una domanda lunghissima. Allora come è nato il viaggio a Leros, proprio perché mi trovavo a Trieste
a lavorare e andai un giorno in direzione che spesso si faceva proprio per parlare dei problemi che si
riscontravano. E il professor Rotelli era al telefono in quel momento, proprio con Janis Lucas, l'unico
psichiatra che si trovava sull'isola di Leros all'interno del manicomio. E Franco stava cercando di
discutere con Janis per avere qualcosa da documentare, visto che si teneva tra pochi giorni il
Convegno mondiale di Psichiatria proprio ad Atene, in casa loro. Franco, quando finì la sua telefonata
io dissi, vado io, no non è un problema. Ci penso io a documentare. Scusate, ma Franco era un grande
amico per me e quindi così inconsciamente come lui comunica e scrive sul mio libro, adeguatamente
incosciente, partii. Partii, senza che nessuno lo sapesse. Nemmeno mia madre lo sapeva. Sbarcai su
un'isola alle quattro della mattina e fu l'unica a scendere su questa isola. Mi venne incontro Janis
Lucas, mi diede. Una stanza in una bettola, perché allora c'era solo una bettola dal nome Miramare,
perché l'isola era un'isola nostra italiana e quindi molte persone parlavano italiano. E lì cominciò
questo reportage di nascosto. Come ho fatto fotografare? Ho cercato di cogliere anche la loro parte di
dignità per darmi la forza per entrare in questi luridi luoghi. Quindi quando mi si dice che io sono
coraggiosa dico sempre che non è vero, perché il coraggio in realtà me l'hanno dato queste persone!
Quindi Dimmi cosa vuoi che ti racconto ancora?

Barbara Baroni
Come ha potuto con i suoi scatti di denuncia ottenere la chiusura nel 1989 del manicomio di Leros in
Grecia il peggiore del mondo dove mancava il rispetto dei diritti umani e veniva violata l'umanità delle
persone?

Antonella Pizzamiglio
E proprio perché riuscì a fare in quattro giorni questi scatti e purtroppo poi io venni scoperta il quarto
giorno, ma riuscì nascondermi. In mezzo loro, sotto a una branda, in mezzo ai loro escrementi e loro
mi salvarono. Riuscì scappare, prendere questo biplano che pregai mio padre di avere un posto su un
biplano. Arrivai ad Atene, sviluppai le diapositive. Perché allora parliamo di diapositive! Incontrai
Rotelli che arrivò dall'Italia per il Convegno mondiale e durante il convegno, quando il professor Rotelli
iniziò a parlare insieme a Mario Tommasini insieme a Franco Ungaro Basaglia. Io cominciai a mandare
queste diapositive con circa una sala piena di persone di psichiatri da tutto il mondo e queste
diapositive cominciarono a fare molto scalpore. Al che mi sequestrarono tutto, mi misero in gattabuia.
E però Franco utilizzò questo materiale proprio per dire, OK, non facciamo la denuncia, ma ci
permettete di smantellare questa questo lager. Il servizio fu fatto i primi di ottobre. E già dopo un mese
la Comunità Europea permise a Trieste, quindi all'Italia e a un'altra delegazione olandese, di entrare e
iniziare un processo di smantellamento che durò degli anni.

Barbara Baroni
Come è venuta l'idea di una mostra fotografica a Mantova, proprio nel caso di Rigoletto, “Leros il
viaggio” nel Centenario di Basaglia?

Antonella Pizzamiglio
Allora l'idea? No di fare questa mostra. In realtà non è venuta a me perché questa mostra è rimasta
chiusa nel cassetto per vent'anni. Ma è grazie a Barbara, la mia collega compagna, che decise di tirare
fuori da questo cassetto queste foto. Io non riuscivo a tirarle fuori perché come vedete la mia
emozione è pur essendo passati così tanto tempo, non non non la posso nascondere. Perché per me:
è rivederli e risentire gli odori e risentire i loro gemiti e quindi è stato, proprio grazie a lei che l'ho tirata
fuori. È 14 anni che gira per l'Italia, ha girato anche all'estero, è andata ad Atene, è stata vista da il
nostro Presidente Mattarella e finalmente è andata anche sull'isola di Leros. Portarla qua a Mantova:
devo ringraziare il Comitato, devo ringraziare il professor Benevelli, il professorGiovanni Rossi che
sono stati loro proprio perché il Centenario della nascita di Basaglia e un anno dalla morte di Franco
Rotelli che hanno voluto portarla per ancora parlare di queste cose che sono purtroppo ancora attuali!

Barbara Baroni
Ci parli nel suo libro dedicato a Leros.

Antonella Pizzamiglio
Ma il mio libro è è questa è questa storia. Quindi, da quella partenza irresponsabile a ritrovare il nome
nel 2011 e ritornare da loro fotografarli con il loro sorriso, con un loro nome, con una loro dignità,
anche se insisto sempre nel dire che la dignità loro non l'avevano mai persa! Le fatto che vedete non
sono le più brutte, non sono le più terribili, perché penso che bastano per poter raccontare e farvi
vivere quello che ho vissuto io. C'erano anche dei bambini che in mostra non li metto, ma cosa voglio
dire? Il Libro racconta questo viaggio che non è mai finito perché sono torno tutti gli anni sull'isola!
Purtroppo è stato creato uno spot all'interno dell'ex ospedale psichiatrico, quindi con ancora un filo
spinato, una situazione devastante. E quando porto in giro questa mostra cerco sempre di far capire
che in un attimo l'uomo torna lì. In un attimo togliamo la dignità alle persone senza capire che basta
così poco per rendere la vita più umana per tutti noi senza avere sempre un diverso da chiudere in un
muro e con un filo spinato.

Barbara Baroni
Ha dedicato anche un'esposizione ai profumi, i 5 sensi vengono risvegliati come in una sinestesia?
Antonella Pizzamiglio
Ma dedicato a diverse mostre. Io sono fotografa pubblicitaria, lavoro anche nell'arte e sì, i profumi, i
profumi, perché sono sensi, sono emozioni, sono ricordi ed è come la fotografia, è un'emozione ed è
un ricordo che mi lascia ed è per questa la mia emozione.

Barbara Baroni
Ecco, qui è articolata la nostra perfezione e c'è un ordine cronologico.
Antonella Pizzamiglio
L'ordine cronologico, purtroppo ogni volta che la monto è a seconda dello spazio che mi ritrovo, cerco
di di dare un senso. Non c'è un ordine cronologico, c'è un colore e un bianco e nero. Il colore è proprio
perché erano diapositive, è il reportage dell'Ottantanove, il bianco e nero è il reportage del 2011, il
volto, il nome ritrovato. Fatto l'abbandono, le strutture abbandonate che non ci sono, solo l'eros li
abbiamo Colorno ce li abbiamo mombello ce li abbiamo ovunque queste strutture che in un attimo
sono state chiuse e dentro hanno ancora tutto i loro ricordi. Strutture molto belle che potremmo
sicuramente dargli un'altra vita, una vita più dignitosa. Altra domanda?

Barbara Baroni
Quale fu l'importanza delle arti, ed in particolare della fotografia, nella rivoluzione basagliana?

Antonella Pizzamiglio
Ma se partiamo dalla rivoluzione basagliana, sicuramente è morire di classe. Il primo libro che fece
Gianni Berengo Gardin insieme a Basaglia, proprio perché la fotografia è come dice Franco Rotelli, è
quella che ti permette di non dimenticare, rimane nella storia. Quindi la fotografia è molto importante
per documentare.

Barbara Baroni
Io ringrazio e chiudo con una domanda classica di rete 180! Noi siamo la rete di chi sente le voci, lei
sente delle voci?

Antonella Pizzamiglio
Ogni volta che vedo queste foto sento delle voci. Ogni volta che voglio ricordare si sentono delle voci,
certo.

Barbara Baroni
Allora grazie da Barbara da rete 180 alla signora Antonella Pizzamiglio.

Tecnico audio: Alberto Sabbadini
Addetto stampa: Stefano Poletto
Fotografie: Antonella Pizzamiglio