RETE180 - LA VOCE DI CHI SENTE LE VOCI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

di Barbara Baroni

Oggi 17 febbraio 2024 si è tenuta alla Sala delle colonne del centro Baratta di Mantova la conferenza degli psichiatri Luigi Benevelli e Pietro Pellegrini.

Il 17 Marzo 2023 è morto Franco Rotelli, uno dei protagonisti della rivoluzione psichiatrica in Italia e considerato il braccio destro di Basaglia durante la battaglia per la chiusura dei manicomi.

A Trieste, uno dei luoghi principali in cui lo psichiatra ha condotto parte del suo lavoro, è morto all’età di 81 anni. Insieme al suo collega veneziano, Franco Basaglia, è stato fautore della deistituzionalizzazione in Italia, favorendo così la definitiva chiusura dei manicomi. Importante è stata la rivoluzione psichiatrica nell’approccio alla malattia mentale. Dopo la specializzazione in psichiatria, aveva iniziato a lavorare nel manicomio giudiziario di Castiglione delle Stiviere nel 1969. L’anno successivo, quando Basaglia si recava a Parma per dirigere l’ospedale psichiatrico di Colorno, Rotelli era andato a lavorare con lui con l’intento di riformare la psichiatria in Italia.

Due anni più tardi, nel 1972, entrambi si trasferirono a Trieste, laddove lo stesso Basaglia gli aveva affidato la responsabilità di un’importante parte dell’Ospedale Psichiatrico. Insieme a Basaglia, Rotelli è stato il massimo fautore della deistituzionalizzazione, Rotelli considerava i manicomi “atti criminali” e ha lavorato per ricostruire una società che, a partire dall’esterno di quelle strutture detentive, potesse accogliere. Per deistituzionalizzazione si intende quella pratica che ha avuto lo scopo di rivendicare la soggettività dei pazienti.

Franco Basaglia e sua moglie Franca Ongaro Basaglia, avevano scritto l’introduzione all’edizione italiana di Asylum, sostenendo le tesi e riconoscendo che alla base dell’esclusione del malato mentale c’era la mancata accettazione nell’ambiente sociale ancor prima della sua reclusione in manicomio, definendo l’istituzione psichiatrica tradizionale nient’altro che un’istituzione carceraria.

La diffusione delle ideologie di Goffman in Italia, coincideva anche con l’arrivo delle idee attribuite alla corrente antipsichiatrica negli anni ’60 e che in parte erano state abbracciate da Franco Basaglia. “Dire che la follia è un prodotto biologico, oppure organico, psicologico o sociale significa seguire la moda di un determinato momento. Io penso che la follia e tutte le malattie siano espressioni delle contraddizioni del nostro corpo, corpo organico e corpo sociale”, le parole di Basaglia.

Dopo la legge 180 del 1978 e la chiusura definitiva dei manicomi, avvenuta intorno agli anni ’90, le iniziative svolte al fine di integrare gli ex pazienti in una società  dove c’era lo stigma. Ad aiutare in tal senso c’è stato il contributo delle Cooperative Sociali regolamentate dalla legge 381 del 1991, fondate con lo scopo di perseguire proprio l’integrazione sociale dei cittadini principalmente attraverso il lavoro.

Una delle ultime iniziative ideate da Franco Rotelli fu quella di un hotel a Santo Domingo dove stabilire  i giovani e non che frequentavano i servizi di salute mentale e le comunità per persone con dipendenze. Nel 1990 avvenne quando lo psichiatra aveva incontrato Jamie Mirabal, che divenne dopo qualche anno il vicepresidente della Repubblica Dominicana. Mirabal, curioso su quanto accadeva a Trieste, si era recato lì dove conobbe Franco Rotelli. Da buon scambio culturale, il futuro vicepresidente aveva invitato lo psichiatra nel suo Paese.

Il caso volle che un terreno fosse in vendita in quel momento. Una volta tornato in Italia, quindi, Rotelli aveva incontrato don Andrea Gallo che operava nella comunità di San Benedetto al Porto di Genova e Mario Tommasini, assessore protagonista della territorializzazione nella città di Parma. Parlò quindi con loro per costruire “un piccolo albergo (otto stanze), luogo bello creato da cooperative il cui fine era il vantaggio di giovani a rischio. Luogo di buone vacanze, non di consumo ma di uso di natura e scambio di culture, di bellezze e di benessere”.

Il terreno era stato acquistato da Jamie Mirabal e in pochi mesi l’albergo era pronto. Per dieci anni circa arrivavano a Las Galeras giovani da Trieste, Genova e Parma fino al 2007.

A partire da Rotelli, libertà a Leros

Leros è un’isola greca, ex colonia italiana e attualmente meta turistica dalle bellissime spiagge. Nel 1989 la descrizione sarebbe stata diversa: prima un’isola di pescatori e dopo la dittatura dei colonnelli divenne sede di deportati politici e malati di mente, che, senza famiglia o indesiderati per mancanza di posti in altre strutture, venivano portati su quest’isola. Era la base aereo navale per controllare il mediterraneo; perciò, c'erano immensi padiglioni sull'isola. Con il tempo le grandi strutture sono diventate un luogo per detenere persone con disagi psichici e fisici.

Proprio Franco Rotelli aveva inviato lì una fotografa, Antonella Pizzamiglio, presente in conferenza, per realizzare un reportage in quello che è stato definito come il peggior manicomio mai visto al mondo.

Nel 1989 si sarebbe svolto ad Atene il Congresso mondiale di psichiatria e una settimana prima Rotelli, in accordo con uno psichiatra del posto, Iannis Lukas, decise di esporre il problema umanitario dell'isola proprio nella capitale greca.

Franco Rotelli è stato uno dei protagonisti di quella che viene ritenuta Riforma Psichiatrica, una vera e propria rivoluzione che ha portato avanti con convinzione fino alla fine con piccole e grandi azioni.. Se oggi abbiamo una maggiore umanità e più sensibilità verso il disagio e la diversità lo si deve anche a Franco Rotelli.

Mario Tommasini

Nato a Parma, nel 1943 entra in politica. Nel 1953, per le proteste viene incarcerato assieme a Ettore Ghiozzi e Giulio Romanini. Nel 1965 diviene assessore provinciale ai Trasporti con delega per l'istituto psichiatrico di Colorno. Fino alla fine degli anni '60 non abbandona il suo lavoro di letturista dell'AMPS (ex società multiservizi municipale). Negli stessi anni conosce Franco Basaglia, che nel 1970 verrà da lui stesso invitato a dirigere l'ospedale di Colorno.

Sempre nel 1970, molti anni prima della legge sull'affido familiare, occupa il brefotrofio di Parma, istituzione che ospitava i bambini abbandonati al di sotto dei tre anni, affidando i bambini a un gruppo di famiglie da lui conosciute personalmente.. Nel 1974, di propria iniziativa, comincia a sgombrare il manicomio recuperando una casa colonica e centocinquantamila metri quadrati di terreno circostante di proprietà della Provincia di Parma per ospitare i pazienti dimessi. All'inaugurazione della "Fattoria di Vigheffio" è presente Enrico Berlinguer.

Tra il 1971 e il 1974 svuota il carcere minorile della Certosa di Parma e opera per inserire al lavoro 225 giovani portatori di handicap, istituisce a Parma il primo Servizio di Medicina del Lavoro. Dal 1980 è assessore ai Servizi Sociali e Sanità del comune di Parma: istituisce uno dei primi servizi di assistenza domiciliare per anziani con l'iniziativa "Minimo Garantito"; guida il movimento "Liberarsi dalla necessità del carcere" e, con la cooperativa Sirio anticipa la legge Gozzini dando lavoro esterno a decine di detenuti in regime di semilibertà.

Nel 1984 collabora al documentario D'amore si vive di Silvano Agosti. Nel 1990 nasce il cortometraggio Orti d'Amore per la regia di Daniele Urbanetto sull'esperienza degli orti sociali. La pellicola è stata acquisita dalla Regione Emilia-Romagna. E’ consigliere regionale per l'Emilia-Romagna con il gruppo Nuova solidarietà. Si accosta alle problematiche degli anziani per superare le case di riposo con il progetto Esperidi. Nascono "Le case di Tiedoli":  ristrutturati alcuni edifici abbandonati nel paesino di montagna di Tiedoli (Borgotaro) li impiega come residenze autonome per anziani, con portineria sociale. È del 1995 la creazione dei primi appartamenti protetti per anziani nel comune di Parma.

Tra il 1992 e il 1995 progetta per conto dell'OMS  soluzioni per il superamento dei manicomi in Grecia, Brasile (San Paolo e Santos) e Repubblica Dominicana. Viene rieletto in consiglio comunale nel 2002 con la lista Libera la libertà e dal 2003 dirige il Laboratorio Provinciale sulle Politiche per gli Anziani. Fonte privilegiata per questi argomenti è di Franco Basaglia e prefazione di Mario Tommasini, Che cos'è la psichiatria, Torino, 1973. Non sono completate le ricerche sul lavoro di Rotelli, col suo sapere fenomenologico: l’utopia e la concretezza, dialogo aperto dialettico. Diritti e doveri dei pazienti e libertà della psichiatria. Emerge il to care di Don Milani e “la città che cura”.

Ci sono vari documenti come l’intervista Aut aut a Rotelli. Il Dottor Rossi ha fatto una domanda sul senso del pudore e la Pizzamiglio a risposto che in quelle situazioni di emergenza non è il pudore ma il dovere di denunciare quello che si vede. Ricordiamo che la conferenza è stata tenuta nel contesto della mostra LEROS della stessa Pizzamiglio. Anche Pietro Pellegrini spiega che in queste situazioni disperate non è il pudore a dominare. Numerosa partecipazione e domande del pubblico. Ricordano che Parma era definita occasione perduta e crocevia. La spinta etica di Rotelli e Tommasini è indimenticabile.